
Zanda, sessantenne e secondo in classifica, si perde. Prima che venga soccorso passano ben quattordici ore in cui rischia la morte per ipotermia. Sopravvive da solo, camminando a mani e piedi nudi per una notte e un giorno fino alla salvezza. Ma al rientro in Italia dovranno amputargli le gambe, la mano destra e metà della sinistra.
Roberto Zanda riesce ad emozionare con i suo racconto e a trasmettere tutta la forza e il coraggio che lo caratterizza.